School of Life, prodotto da Rai Cinema e Groenlandia, è un docufilm sulla vita di Nicolò Govoni e sull’associazione umanitaria no profit da lui fondata Still I Rise, che punta ad offrire gratuitamente un’istruzione d’eccellenza ai bambini vulnerabili delle aree disagiate del globo e ai rifugiati. È firmato da Giuseppe Marco Albano che per due anni ha pazientemente seguito con la troupe Nicolò nei suoi impegnativi viaggi e soggiorni nelle scuole, si sviluppa su un duplice piano narrativo: da un lato racconta la storia di Govoni, facendo entrare lo spettatore nella sua vita, facendogli conoscere la sua famiglia, il percorso personale e introspettivo (in particolare l’incontro con una sua prof) che lo ha portato a fare una scelta coraggiosa e rivoluzionaria che ha cambiato la sua vita e continua a cambiare vite; dall’altro rende noto come sia avvenuta la fondazione, con Giulia Cicoli e Sarah Ruzek, di Still I Rise, resa possibile prevalentemente grazie a donazioni di privati, come i suoi target, inizialmente ritenuti quasi impossibili, oggi siano realizzati con successo, e quali siano i progetti per il futuro dell’associazione, candidata al Nobel per la Pace nel 2023.
Nicolò Govoni, con la sua Still I Rise, conia un nuovo modello educativo rivoluzionario per risolvere l’emergenza scolastica a livello internazionale, un modello che ha come presupposto indiscusso l’empatia e l’intelligenza emotiva del docente e si ispira sostanzialmente a 4 principi: 1) la scuola è casa 2) lo studente è al centro 3) l’insegnante è mentore 4) il pensiero critico globale, offrendo così un percorso pedagogico e formativo tra i più riconosciuti del Pianeta, il Baccalaureato Internazionale, ai bambini profughi e vulnerabili, gratuitamente.
In School of Life si assiste alla parabola ascendente di Govoni verso una nuova maturità e consapevolezza; partendo da un’esperienza che lo porta, giovanissimo, a restare per sei mesi in un orfanotrofio indiano, si misurerà, dopo gli studi universitari sempre in India, con sfide sempre più stimolanti e complicate sino alla realizzazione nel 2018 di Mazì, la prima scuola Still I Rise in Grecia, nell’isola di Samos, dove tra le spiagge cristalline e i ristoranti pullulanti di turisti, si annidava un oscuro segreto: il “RIC”, l’hotspot, un centro di prima accoglienza in cui più di 7000 migranti sopravvivevano imprigionati in una struttura costruita per 648. Con una media di un rubinetto ogni 200 persone, una quasi totale assenza di strutture residenziali, servizi igienici, supporto medico, assistenza alimentare e accesso all’istruzione, l’hotspot di Samos era l’inferno in terra che Still I Rise trova il coraggio di denunciare. E poi le scuole in Siria, Kenya, Congo, Yemen e, infine, nel 2024 in Colombia, location molto difficile per via anche del narcotraffico locale.
Vengono riprese le scene di vita quotidiana di estrema povertà degli alunni di Still I Rise, i loro momenti aggregativi a scuola durante le attività sportive o ludiche, i momenti in classe a confronto con l’insegnante, raccogliendo le testimonianze di chi contribuisce a questo incredibile e ambizioso progetto. Il ritmo del documentario è coinvolgente sia quando si sofferma su un paesaggio suggestivo, sia quando cattura, sul volto di uno studente, un sorriso sincero piuttosto che un pianto commosso o liberatorio.
di Maria Grazia Perulli – sentieriselvaggi.it